Mi capita spesso che molte persone si rivolgano a me dopo aver subito anni di soprusi a cui non hanno dato risposta, convinti che un’azione legale sarebbe sfociata in un contenzioso lungo ed estenuante da cui non avrebbero ricevuto alcuna soddisfazione.
Non posso dar loro torto, ascoltando la descrizione dell’operato incauto di alcuni (fortunatamente pochi) colleghi e i tempi della giustizia.
Al Sud, parlando di vicende nel quotidiano, ho conosciuto negli anni storie che si incardinavano ‘’a spasso’’ tra il torto giuridico tipico e il torto umano, anche più cruento.
Storie di maltrattamenti in famiglia, storie di difficoltà economiche, storie di crimine, storie di mafia. Esiste, è qui tra noi purtroppo.
Ho avuto quasi sempre sentore che qualcosa, nel rapporto tra cliente e legale, fosse andato storto già prima di conoscerci. Parcelle esorbitanti ed inattese, processi incardinati inutilmente e drammi familiari consumatisi nei lunghi anni di attesa dell’esito, sono finanche morte delle persone perchè oppostesi al malcostume (usura, narcotraffico, estorsioni etc.) da sole, senza adeguati mezzi di protezione.
Oggi, quindi, ecco il nostro nuovo ruolo di legali: esistono, da un lato, soluzioni alternative riconosciute dalla giurisprudenza che permettono di ridurre drasticamente i tempi di un contenzioso o addirittura di non intraprenderlo, instaurando un dialogo con la controparte in modalità differenti..